4 gennaio 2012

L'ultimo gigolò (Hickenlooper, 2001)


Un film di George Hickenlooper. Con Andy Garcia, Mick Jagger, Julianna Margulies, Olivia Williams, James Coburn.
Drammatico. USA 2001.


Trama: Barry Tiller (Andy Garcia), padre e marito felice, è un aspirante scrittore in crisi d’ispirazione e di soldi. Deciso a tutto pur di mantenere la famiglia, Barry finisce con l’entrare a far parte di una lussuosa agenzia di accompagnatori per donne ricche e sole di cui il non più giovane signor Fox (Mick Jagger), che si limita a “seguire” personalmente una sola e affezionata cliente trentennale (Angelica Huston), è il titolare. Inizialmente tutto sembra andare per il meglio, e non solo Barry diventa l’amante generosamente retribuito della giovane ed affascinante moglie dell’ormai anziano premio Pulitzer Tobias Alcott, ma lo stesso Alcott, in crisi d’idee, decide di coinvolgere Barry nella stesura del suo ultimo romanzo, promettendogli un’adeguata citazione. Ma le illusioni sono presto destinate a crollare: abbandonato dalla moglie che ha scoperto ogni cosa, alla morte di Alcott Barry vedrà cancellato ogni suo merito per l’inaspettato successo del romanzo pubblicato post mortem dalla moglie dello scrittore. Sarà confessando in un libro le illusioni perdute della sua vita di gigolò che Barry riuscirà a ottenere l’agognato rispetto del pubblico e, soprattutto, a riconquistare l’amore della moglie. Nonostante il meritevole intento di proporsi come una contemporanea rilettura di quell’”American Gigolò” che tanto acutamente aveva saputo raccontare i miti e le disillusioni degli anni ’80, “L’ultimo gigolò” ha la gran pecca di avere una storia e, soprattutto, un protagonista, decisamente non all’altezza dello scopo. Se infatti Andy Garcia è lontanissimo dall’avere la sensualità e il carisma di un gigolò degno di rispetto, e per questo risulta assai poco credibile, la stessa storia si rivela pateticamente irreale, e ancor più fastidiosa per la sua esplicita finalità moralistica. Se l’unica nota interessante del film è infatti rappresentata dal cameo di Mick Jagger nei panni di un appassito gigolò di mezza età, la stessa forse inconsapevole ironia dell’autocitazione finisce col soccombere di fronte a un Jagger- Luther Fox che rimpiange la tranquilla quiete di un matrimonio e di una famiglia borghese: mito dello gigolò e intento moralistico tendono infatti per loro natura intrinseca a escludersi l’un l’altro,